In anteprima gli ‘ Argomenti ‘ di Edoardo Bruno che aprono il nuovo numero della rivista.
” Come diceva Roland Barthes ‘ la rilettura ‘ è importante : rileggere le impostazioni dei festival cinematografici del passato è una sfida e una provocazione. I film, gli autori, i debutti : i festival più o meno seguono questi schemi, Berlino, Cannes, Locarno, tra pochi giorni San Sebastiano ( questi ultimi due sono i soli che hanno mantenuto le retrospettive ), contribuiranno a far ‘ vedere’ le ultime novità attraendo gli interessi del pubblico e mantenendo vivo l’ amore per lo spettacolo. Ma il cinema è soprattutto un’ arte. La comparazione tra i festival è un esercizio inutile e, come diceva Kant in maniera sottile, la valutazione positiva porta verso l’ alto o il grande assoluto e non verso il piccolo o il medio. Venezia, ricordo, anche nel dopoguerra, quando la Mostra si svolgeva a Palazzo Ducale con i film in concorso e al cinema San Marco con le sezioni parallele – avanguardia, nuove forme poetiche, debutti – non dimenticava mai le retrospettive denominate, come si usa nelle Mostre d’ arte, le ‘ personali ‘ . È lì che ho visto con gli ultimi film di Renoir e di Dreyer presentati in concorso, i precedenti loro capolavori, è lì che ho cominciato a discutere di cinema, a ragionare sulla forma del’ arte, che per un giovane anche oggi sarebbe oltremodo attrattivo, piuttosto che quelle malinconiche esibizioni di film commerciali. Perdere il gusto per le retrospettive è stata una grossa caduta per Venezia che ancora in questa edizione con la sezione ‘ Classici ‘ e con i molti restauri offerti avrebbe potuto impostare una scelta rigorosa su un autore – nel caso William K. Howard dimenticato – su Sokurov, di cui ha presentato in concorso l’ ultimo capolavoro, per non parlare della grave offesa fatta ignorando completamente un Maestro come de Oliveira, che tra l’ altro ha sempre dato grande prestigio al Festival.
Ad Amalia